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Proprio come noi umani, anche i nostri amici a quattro zampe invecchiano. Il pelo diventa più grigio e spento, il carattere cambia e subentrano i primi acciacchi dell’età.
Purtroppo a volte, insieme alla vecchiaia, possono comparire dei problemi cognitivi, con sintomi piuttosto simili alla nostra demenza senile o all’Alzheimer.
Vediamo nel dettaglio come invecchiano i cani e a quali segnali fare caso per riconoscere in tempo eventuali disfunzioni cognitive.
Come invecchiano i cani? Ecco i primi segni
Prima di capire come invecchia il cane, bisogna chiedersi innanzitutto quando inizia la terza età per i nostri amici a quattro zampe.
Molti ritengono che un cane si possa definire anziano già attorno ai 7 anni, ma la verità è che la vecchiaia è un fattore fortemente soggettivo, influenzato dalla stazza e dalla razza (generalmente, i cani appartenenti a razze di taglia più piccola tendono a vivere più a lungo), dallo stato di salute degli animali, dalla genetica…
Quel che è certo è che quando un cane invecchia il suo metabolismo rallenta, e questo si traduce in diversi segni visibili anche a occhio nudo.
Il pelo non è più bello come in gioventù, e potrebbe apparire grigio o persino bianco in alcuni punti. Persino lo sguardo diventa più stanco, così come lo stesso cane, che sembra perdere l’interesse verso il gioco e la voglia di muoversi (e, se lo fa, si stanca prima del previsto).
Non tutto è imputabile all’età che avanza. Problemi alle ossa e alle articolazioni possono influenzare notevolmente il livello di attività: ecco perché è importante lavorare di prevenzione, prendendosi cura dell’apparato osteoarticolare del cane attraverso visite, checkup, una buona attività fisica e una dieta equilibrata.
Un altro segnale piuttosto comune del cane che invecchia sono le problematiche legate alla digestione e alla minzione. Queste potrebbero richiedere cure particolari, come ad esempio l’adozione di un’alimentazione apposita per l’animale.
Più complessi da trattare sono invece i problemi cognitivi.
Il loro problema è che vengono spesso confusi come comuni sintomi dell’invecchiamento del cane, ma in realtà nascondono qualcosa di più serio.
I problemi cognitivi nel cane anziano
Come dicevamo, i sintomi delle disfunzioni cognitive vengono spesso mal interpretati dai proprietari di cani.
Non si tratta di una colpa: semplicemente, i segnali di un problema neurodegenerativo somigliano inizialmente ai classici sintomi dell’invecchiamento canino.
Tuttavia, alcuni di essi possono accendere un campanello di allarme e spingere il proprietario a un approfondimento diagnostico che confermerà o meno il sospetto di una disfunzione cognitiva a carico del cane anziano.
Ecco perché “conoscere” è la migliore strategia per imparare a individuare questi segnali e intervenire rapidamente per rallentare il decorso della malattia neurodegenerativa, per cui purtroppo non esiste ancora una cura.
Tra i segnali da “allarme rosso” troviamo soprattutto:
- Confusione e disorientamento
- Abbassamento del tono dell’umore e letargia
- Perdita dei comportamenti appresi (eliminazione inappropriata di feci e urine)
- Difficoltà ad apprendere nuovi comandi
- Problemi di memoria (anche in ambienti che conosce)
- Modifiche del ciclo sonno-veglia
- Vocalizzazioni notturne
- Comparsa di nuove fobie
- Alterazioni del carattere (il cane appare più irritabile, aggressivo oppure è più attaccato al proprio padrone)
Si possono curare i problemi cognitivi del cane?
Il decadimento cognitivo del cane è purtroppo incurabile, ma non è detta l’ultima parola. Si può fare molto per rallentare il progredire della malattia, ovviamente lasciandosi guidare da un veterinario e dai suoi consigli.
Le terapie veterinarie sono indirizzate soprattutto a far vivere serenamente gli ultimi anni di vita del cane attraverso l’instaurazione di una routine che mette al centro farmaci, movimento, alimentazione e stimolazione cognitiva.
Ad esempio, al proprietario potrebbe essere richiesto di far giocare il cane e di stimolarlo con attività studiate su misura per tenere allenata la mente. Il movimento e la relazione sociale sono infatti cruciali nel mantenimento di una buona attività cognitiva.
Un ruolo fondamentale lo riveste anche l’alimentazione. Seguire una dieta ad hoc con un buon apporto di antiossidanti, probiotici, trigliceridi a media catena (MCT), Vitamina B e Omega 3 aiuta a rallentare i segni dell’invecchiamento cerebrale.
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